Siamo fatti di stelle: come il tessuto cosmico trova eco nel nostro corpo
Siamo fatti di stelle: come il tessuto cosmico trova eco nel nostro corpo
Avete mai pensato che gli atomi di cui siamo composti – il ferro nel nostro sangue, il calcio delle ossa – siano nati miliardi di anni fa nell’esplosione di antiche stelle? È ciò che ci spiegano gli astrofisici (NASA; Burbidge et al., 1957): gli elementi essenziali per la vita si formano all’interno dei reattori nucleari stellari e vengono rilasciati nel cosmo come “polvere di stelle”.
In altre parole, siamo parte di un macrocosmo in continua evoluzione
Ma come si collega tutto questo al nostro “microcosmo”, il corpo umano?
Immaginate lo spazio-tempo della Relatività Generale di Einstein: un “tessuto” elastico in cui la materia e l’energia non solo viaggiano, ma lo modificano con la loro presenza. Ora provate a pensare al sistema fasciale del nostro corpo, una rete di tessuto connettivo che avvolge e collega muscoli, ossa, organi, nervi e vasi sanguigni. Proprio come lo spazio-tempo, la fascia crea un “ambiente” in cui ogni parte dell’organismo interagisce con le altre, trasmettendo informazioni e forze (Guimberteau, Architecture of Human Living Fascia , 2017).

Se nello spazio cosmico masse e onde gravitazionali possono deformare il “tessuto” dell’universo, nel corpo umano qualsiasi tensione o disarmonia può influenzare la nostra postura, la circolazione, e persino il funzionamento degli organi.
Non è affascinante pensare che la fisica che disegna le orbite planetarie abbia un’analogia funzionale nel modo in cui il tessuto connettivo ci sostiene? E se la materia stellare ha prodotto gli elementi che ci compongono, non è forse logico che si conservino “regole di comunicazione” profonde tra le varie parti del nostro organismo?
Ma allo stesso tempo siamo davvero consapevoli di quanto sia complesso questo reticolo di relazioni interne?
In osteopatia, grande attenzione è rivolta alla fascia, considerata un vero e proprio “spazio-tempo corporeo”. Secondo tale visione, un disequilibrio locale (come un semplice infortunio o una tensione cronica) può creare “increspature” che si propagano attraverso l’intero sistema, un po’ come un meteorite che sfiora l’orbita di un pianeta lontano.
La scienza, tuttavia, continua a scoprire quanto il corpo e l’universo siano ancora ricchi di misteri. Se cerchiamo di “spezzettare” il corpo in singoli organi o parti, rischiamo di perdere la visione d’insieme di una struttura vivente e integrata. Analogamente, nel cosmo, se guardiamo solo a singole stelle, trascuriamo i ponti gravitazionali che connettono galassie intere. Riusciremo mai a catturare l’intero quadro?
Forse, la nostra più grande sfida consiste nell’accettare la complessità: guardare il corpo umano come un piccolo Universo, con le sue leggi sottili e interconnesse e ricordare sempre che, in fondo, “siamo fatti di stelle” e portiamo dentro di noi la stessa straordinaria potenza creativa che nutre galassie lontane.
Il viaggio verso la conoscenza non finisce qui: ci aspettano scoperte in grado di unire ancor di più il macrocosmo e il microcosmo , in un unico, affascinante enigma.
Ruggero Silingardi Seligardi, Dottore in Osteopatia