Giornata Internazionale degli Animali: custodi della biodiversità e maestri di innovazione
Giornata Internazionale degli Animali: custodi della biodiversità e maestri di innovazione
Il 4 ottobre si celebra la Giornata Internazionale degli Animali, occasione che ci invita a riflettere sul ruolo che ogni specie ricopre nell’equilibrio della vita sul pianeta. Questa data non è casuale: coincide con la festa di San Francesco d’Assisi, patrono degli animali, simbolo di armonia tra l’uomo e la natura.
Se c’è un messaggio che questa giornata vuole trasmettere è chiaro: la tutela della biodiversità non è un optional, ma una responsabilità imprescindibile. Ogni habitat distrutto, ogni specie in pericolo, è una ferita che si apre non solo negli ecosistemi naturali, ma anche nella nostra stessa sopravvivenza.
Eppure, oltre a essere creature da proteggere, gli animali sono stati e continuano a essere grandi maestri di innovazione per l’uomo: la biomimetica (dal greco bios = vita e mimesis = imitazione) è una disciplina che studia i principi, le strutture e le strategie presenti in natura per riprodurle o adattarle alle tecnologie umane.
In altre parole, l’uomo osserva come piante, animali e microorganismi risolvono problemi complessi attraverso milioni di anni di evoluzione e cerca di imitare quei meccanismi per applicarli in ingegneria, architettura, medicina, design e altre scienze.
Ogni regno animale può ispirare e aiutare l’uomo nei tempi moderni!

I pesci, vivendo in ambienti acquatici, hanno pinne, branchie e sensi raffinati che gli permettono di muoversi agilmente e sopravvivere in un ambiente ostile a tutti gli altri regni: gli studi di Leonardo da Vinci sui movimenti dei pesci hanno anticipato l’idrodinamica moderna e ispirato la progettazione di macchine subacquee come sommergibili e robot acquatici.
Gli anfibi hanno sviluppato l’adattabilità di vivere tra acqua e terra, una pelle traspirante e capace di produrre secrezioni chimiche difensive.
Michael Zasloff, ha studiato i peptidi antimicrobici della pelle delle rane, aprendo nuove prospettive contro le infezioni resistenti.
I rettili sono animali a sangue freddo, sono rivestiti da scaglie resistenti e hanno la capacità di rigenerare parti del corpo. La capacità delle lucertole di rigenerare la coda è stata studiata da ricercatori come Kenro Kusumi, che ha aperto la strada alla medicina rigenerativa (trattamento delle lesioni spinali e la rigenerazione di tessuti danneggiati). Sono anche state studiate le squame dei serpenti per produrre materiali innovativi.
Gli insetti sono stati studiati per la loro capacità chimica e organizzazione sociale: l’entomologo William Morton Wheeler ha studiato le colonie di formiche, aprendo la strada al concetto di “intelligenza collettiva”, oggi applicata all’informatica e all’intelligenza artificiale. Inoltre, lo studio delle api da parte di Karl von Frisch, premio Nobel, ha rivoluzionato la nostra comprensione della comunicazione animale.
Gli uccelli hanno piume leggere, ossa cave, volo aerodinamico e orientamento magnetico. Proprio per queste caratteristiche uniche, sono stati soggetti di molti racconti dell’antichità (Icaro e Dedalo, le arpie, le sirin, Garuda).
Otto Lilienthal, pioniere dell’aviazione, studiò per anni il volo degli uccelli per progettare i primi alianti. Anche Leonardo da Vinci si cimentò con macchine volanti imitando le ali degli uccelli.
I mammiferi hanno sangue caldo, grande plasticità comportamentale, cervello complesso e una cura parentale molto simile alla nostra. Tra tutti i regni animali, quello dei mammiferi è certamente il più vicino a noi, non solo perché ne facciamo parte, ma perché condividiamo con gli altri mammiferi un patrimonio di caratteristiche fisiche e comportamentali che ci lega profondamente a loro. Molti mammiferi (primati, cetacei, elefanti, canidi…) mostrano forti legami sociali e protezione dei piccoli, qualità che ritroviamo nel comportamento umano.
Lo studio dell’ecolocazione dei pipistrelli da parte di scienziati come Donald Griffin ha portato allo sviluppo del sonar e di dispositivi medici a ultrasuoni. L’osservazione dei primati da parte di Jane Goodall ha cambiato la nostra visione della socialità e dell’intelligenza animale.
Il regno dei mammiferi è, in un certo senso, il nostro specchio naturale: osservandoli riconosciamo parti di noi stessi, dalle emozioni più semplici alla complessità delle relazioni sociali.

Una responsabilità condivisa
Pur non essendo focalizzato in modo specifico sugli animali, Still vedeva gli organismi (compresi gli animali) come espressioni tangibili delle leggi vitali e riteneva che l’osteopata dovesse imparare dalla natura in modo diretto non limitandosi a libri o formule. “Nature does perfect work”: questa attitudine è coerente con una visione in cui l’animale diventa un “modello naturale” da cui trarre, tramite osservazione, insegnamenti sulla vita, sulla guarigione e sull’equilibrio.
La celebrazione del 4 ottobre non è un semplice omaggio agli animali: è un richiamo alla consapevolezza che ogni specie porta con sé un patrimonio di conoscenze millenario, dal quale abbiamo attinto e dal quale continuiamo a imparare.
La sfida oggi è proteggere questa ricchezza: tutelare gli habitat, ridurre l’inquinamento, favorire modelli di sviluppo sostenibili.
Gli animali ci hanno ispirato invenzioni che hanno cambiato la storia: tocca a noi, ora, restituire loro la possibilità di vivere e prosperare.
Chiara Ruggeri D.O.
